In libreria da oggi, giovedì 5 Ottobre, il nuovo libro di Marco Roncalli. La storia di due preti amici che dopo aver attraversato larga parte del ‘900 nel servizio alla Chiesa e al mondo diventano i papi del Concilio, del dialogo, della pace.
A raccontarla sulla base di documenti anche inediti, è il nuovo libro di Marco Roncalli che ne ripercorre le parabole umane e spirituali dalle radici alla fine del pontificato di Giovanni XXIII e all’elezione di Paolo VI, seguendone le esperienze diplomatiche e pastorali, ma anche il continuo dialogo con la società contemporanea.
Due “uomini simili e diversi” come li definì il futuro Benedetto XVI. Due santi pontefici che – ha sottolineato Papa Francesco – “hanno saputo guidare la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi e però altrettanto di grandi domande e sfide”.
Due sacerdoti prima chiamati a responsabilità diverse e poi allo stesso destino: pontefici dopo due conclavi consecutivi. Legati da un’amicizia discreta ma intensa, hanno avuto vite a tratti parallele, a tratti intrecciate, pronte a dare concretezza al vangelo servendo, specie nelle drammatiche vicende del loro tempo, non solo i cattolici.
Un legame davvero singolare quello che unì Angelo Giuseppe Roncalli, poi Giovanni XXIII, e Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI – bergamasco il primo, bresciano il secondo.
Un legame stretto da tanti impegni del loro servizio, ma pure rafforzato da una sintonia sempre maggiore nella loro visione della Chiesa e della società.
A documentarlo nel nuovo libro del saggista Marco Roncalli (Giovanni XXIII e Paolo VI. Due vite intrecciate, pp. 320, € 26, Morcelliana) è una ricostruzione densa e accurata che poggia sui documenti e le voci degli ultimi testimoni.
E cioè la corrispondenza tra i due (oltre duecento lettere ufficiali o private), i loro diari, appunti, taccuini, le memorie dei loro collaboratori più vicini, le tante tracce disseminate nelle tappe biografiche costellate di incontri, qui narrate e interpretate insieme per la prima volta.
A partire dalle radici e dagli anni vissuti nelle terre d’origine, lungo i periodi della formazione, del lavoro diplomatico di Roncalli in Bulgaria, Turchia e Grecia, Francia, e di Montini in Segreteria di Stato.
Quindi scandagliando l’impegno pastorale dell’uno a Venezia e dell’altro a Milano, sino all’ elezione di Giovanni XXIII e all’avvio del Concilio Vaticano II.
Di grande interesse anche l’analisi delle loro posizioni davanti al fascismo, poi, regnante Pio XII, delle loro azioni congiunte a favore della pace e in soccorso agli ebrei in fuga dalla persecuzione durante la seconda guerra mondiale, ma pure nel dopoguerra per scongiurare l’esecuzione di condannati a morte dal regime franchista.
Oppure i comuni confronti sull’evoluzione politica in Italia che vedono i due pastori – sotto l’osservazione del Sant’Offizio, alle prese con correnti come la Base e l’apertura a sinistra.
Altrettanto rilevanti le parti riguardanti il mondo del lavoro, la guerra fredda e l’avvio dell’ostpolitik, il loro contributo alla cultura, il rapporto con i collaboratori, il segretario Loris Francesco Capovilla, il confessore Alfredo Cavagna, monsignor Angelo Dell’Acqua, le relazioni con altri amici comuni.
Ed altro ancora. Mai dimenticando però – ed è quello che si legge in filigrana nelle pagine – che il vero “incontro” fra Roncalli e Montini avvenne nei caratteri profondi della loro spiritualità – segnata da vena oratoriano-filippina, umanesimo devoto, cristianesimo sociale, mistica dell’umiltà contemplativa e apertura alla modernità – come già Tommaso Gallarati Scotti aveva osservato.
Insomma la vera storia dei due uomini che hanno dato vita ai due pontificati centrali del “secolo breve”, fondamentali per capire la Chiesa di oggi e l’operato dei loro successori.